kalā teatro APS | Vicolo Riviera 9, 33034 Fagagna UD| CF. 94157970305
Privacy | Cookie | Trasparenza
ideazione e danza
Luana Pignato
Detentio Corporis
Muovendo da una ricerca coreografica intorno alla vita e le opere di Camille Claudel, genio della scultura del XX secolo internata per trent’anni in manicomio perché scomoda alla società del suo tempo, questo lavoro denuncia la condizione femminile nel mondo dell’arte.
Le fotografie sono la traduzione in gesti di una danzatrice che abita ed elabora sul proprio corpo la condizione dell’isolamento, dell’abbandono, dell’internamento tra le mura di un luogo emblematico che ancora oggi ci parla ed interroga sui temi della salute mentale, della detenzione, del nostro rapporto con la diversità.
Detentio Corporis is a choreographic work which denounces a society that prefers to confine diversity within the walls of an asylum rather than embrace it in its creative potential. The research moves from the life and work of Camille Claudel, a 20th-century sculpture genius interned for thirty years in a mental asylum to atone for her sin of an overly emancipated life, not conform to the morals of her time. This work speaks out against the female condition in the world of art and is a way to recognize and value human fragility.
The photographs represent the translation into gestures of a dancer who, through dance, embodies the condition of isolation, abandonment, and internment within the walls of a former mental institution that still bears the signs of the women who were abandoned there, sparking discussions about mental health, detention, and our relationship with diversity.
a cura di kalā teatro
ideazione Luana Pignato
fotografie François Collaro
testi Brunella Torresin, Donatella Nonino
progetto grafico/editoriale Massimo&Fiameni Design
In Lumine
“Così è anche la danza di Luana Pignato, un concatenarsi di varianti. È, come nella scultura di Camille Claudel, un sottrarsi o un cedere al peso della materia. Un liberarsi, un librarsi e un dispiegare le ali. O lasciarsi cadere.
Lo vedrete nelle sequenze fotografiche, a colori e in bianco e nero, che scorrono in queste pagine. Vedrete una giovane donna in ascolto delle inascoltate. La vedrete, con una veste bianca che le lascia nuda la schiena, ora muoversi nel chiarore della piena luce, ora emergere dalla penombra. Ne seguirete i gesti, e non sempre ne scorgerete il volto né gli occhi, spesso chiusi, rivolti a un invisibile altrove.” Brunella Torresin
“Dopo molti anni di battaglie condivise, alcune vinte, molte perse, dopo anni passati a realizzare un festival come L’Arte non mente, un festival che ha saputo muovere tantissime persone e sensibilità, anche io ho vacillato, quella luce che illuminava il sogno si è spenta in me, mi sono lasciata trascinare dall’inedia del tempo. In quel momento di incertezza mi raggiunge la telefonata di Luana: delicata e determinata al tempo stesso. Con lei ho fatto quel che ho sempre fatto con tutte: ho aperto le porte del padiglione 9, il reparto della contenzione femminile, ho lasciato che fosse lui a parlare.
Varchiamo la soglia, in silenzio. Luana si ferma, si mette in ascolto, si lascia attraversare dal luogo, cerca un modo di abitarlo; piano piano, comincia a muoversi, in cerca della luce, una luce che entra dalla finestra sbarrata: disegno, sofferenza e liberazione in un unico tratto. In lumine.” Donatella Nonino